Questa non vuole essere la solita recensione di un libro,ma la spiegazione personale del perché sia uno dei miei libri preferiti da sempre.
Il protagonista Bastiano trova un manoscritto in una libreria in città e decide di prenderlo in prestito, spinto da una irrefrenabile voglia di leggerlo.
Comincia così un viaggio magnifico nel regno di Fantàsia,una terra creata dalla sola fantasia umana; in questo mondo ogni singola creatura,ogni singolo animale e ogni singolo luogo scaturisce dai sogni degli uomini,tramite l'invenzione di semplici nomi e attraverso i sogni e le speranze della gente.
Fantàsia nella trama del libro è minacciata da un misterioso Nulla che distrugge ogni cosa, che si serve di un fidato servo, un gigantesco lupo nero,per cercare di uccidere Atreiu,l'eroe protagonista del libro che sta leggendo Bastiano,che stiamo leggendo noi (da qui il nome del libro : La storia infinita...).
L'aspetto più affascinante è che l'autore Michael Ende vuole farci riflettere sull'importanza della nostra fantasia; essa infatti è il concetto chiave di tutto il libro, intesa come capacità tipica del genere umano di immaginare, creare e modificare la realtà a piacimento.
Andando avanti con la lettura, si arriva a comprendere che il Nulla è creato dagli uomini che ormai non credono più in niente!!! Tutto ciò mi sembra più contemporaneo che mai, anche se il libro è stato scritto nel 1979.
La distruzione del mondo di Fantàsia è uno specchio della distruzione del nostro mondo; il gigantesco lupo chiamato Mork è il simbolo della perdita dei valori,della fede,della speranza,dei sogni degli uomini e egli si è schierato dalla parte del Nulla perché " è più facile comandare chi non crede più in niente"....
Ende vuole insegnarci ad avere fede nelle nostre idee, a non scoraggiarci mai di fronte a nulla e ad aver cura di ogni cosa che abbiamo creato,che è scaturita dalla nostra mente, poiché non basta dare un nome a qualcosa perché cresca e si realizzi.
Questo è un inno al coraggio, alla ricerca di noi stessi, a non lasciarci mai scoraggiare dalle cose brutte che ci circondano e che ci spaventano, che le paure vanno affrontate e superate per crescere e diventare persone migliori.
Esattamente come le favole di Esopo, che utilizzava gli animali per far vedere agli uomini i propri difetti, così Ende usa un mondo parallelo e moltissime metafore e analogie per parlarci della nostra storia, in modo che non sentendoci direttamente chiamati in causa siamo più propensi ad ascoltare.